Trinitè sur Mer – Benalmádena

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07 Dicembre 2010 – 1100 miglia

Equipaggio: Davide, Manuela, Pino.

Tratto dal libro “UÉPS! un libro di racconti e poesie sul mare” dell’ASD Circolo Velico La Scuffia

UN ANNO FA

di Manuela Bascelli

Precisamente un anno fa:
sto guidando …
In radio ascolto la telefonata ad una ragazza di appena trent’anni alle prese con una traversata in solitario; per il radiofonista un’esperienza insolita per una donna, per me la realizzazione di un sogno, la voglia di partire e sentirsi in stretto contatto solo con se stessi e con la natura.
Decido di non rimandare e chiamo il numero che un amico mi aveva dato molto tempo prima ma che mai avevo avuto il coraggio di chiamare inventandomi sempre mille scuse, prima fra tutte, la mancanza di tempo.
Il giorno dopo puntualissima, alle otto di mattina come pattuito, sono al porto, nel Circolo Velico La Scuffia. Di fronte a me, un tipo dalle sembianze un po’ burbere ma che inaspettatamente, con le sue parole mi trasmette un senso di felicità immensa: “Se hai un sogno perché non dovresti riuscire a realizzarlo?”
Così dopo meno di un mese inizio il corso e conosco una persona, che ringrazierò sempre, la quale con tanta pazienza mi insegna varie manovre, quel nodo parlato che per quanto possa sembrare semplice non riesco a farmi entrare in testa “Ci dev’essere il ponticello ma nel mio puntualmente sparisce dopo il secondo giro!”, poi c’è il tangone ed ecco lo spi. E pensare che fino a qualche mese prima se mi avessero detto che avrei visto fluttuare davanti ai miei occhi quell’enorme vela e avrei ascoltato il rumore della sua orecchietta non ci avrei creduto neanche con il più forte dei pizzicotti.
E così l’emozione del vento, la tranquillità del mare di fronte alla frenetica e affollata spiaggia, le giornate d’estate a cazzare, lascare e schiacciare, e le mie gambe ormai simili alle zampe di un dalmata.
Tre mesi dopo, il 23 Novembre 2010 ricevo un’e-mail: Courrier de L’Odet, un Class 40, è disponibile a farmi salire a bordo per un trasferimento da La Trinitè sur Mer a Benalmádena. Mille miglia.

Non mi sembra vero, quel tipo burbero aveva ragione!
Dopo due settimane arrivo in piena notte al porto de La Trinitè con un ragazzo che nonostante mi sia praticamente sconosciuto, mi trasmette subito un senso di fiducia e tranquillità.
La temperatura ormai sotto lo zero e Courrier è imbiancata dal ghiaccio, quant’è bella!
La prima sensazione che ho è che il tempo si sia fermato.
Non ho l’orologio e per i prossimi giorni non ho alcuna intenzione di guardarlo o di sapere quanto manchi all’arrivo.
Finalmente si parte! Che emozione, sento una forte adrenalina.

Prima notte di navigazione, Golfo di Biscaglia, a dir poco traumatica! Mi gira fortissimo la testa, nonostante il maglione in lana, la tuta in pile e la cerata, sento freddo; sono legata dentro il mio sacco a pelo, mi sembra di essere in una lavatrice, non ho neanche le forze per alzare un braccio, oltre ad essere la mia prima notte di navigazione è anche il mio primo mal di mare, accompagnato dalle note di “Ain’t no sunshine” di Bill Withers che non fa altro che aumentare il mio senso di nausea; e ciò che più mi preoccupa è come resisterò quattro giorni in questa condizione.
E invece inaspettatamente, il giorno dopo sto già meglio ed ecco l’alba.
Penso che nella vita tutti debbano vedere l’alba e il tramonto dal mare, un quadro talmente unico e spettacolare che neanche il miglior artista di tutti i tempi sarebbe mai riuscito a dipingere.
Nonostante il mal di mare della notte precedente, il mio senso di fame già si fa sentire e il comandante mi stende i suoi buonissimi Prince, e così, passano le ore…
Courrier vola, è velocissima e il sole sembra si sia abituato all’idea di farci compagnia in quei mari gelidi.
Il comandante si sveglia dopo poche ore ed io mi chiedo come si possa dormire così poco e rimanere svegli tante ore.
Decidiamo di cucinare: un fornelletto da campeggio, una pentola a pressione con dentro acqua, sale e pasta, da brava Italiana non ho mai visto cucinare la pasta in quel modo, ma il risultato è ottimo! Pennette con ragù fresco fresco di barattolo, il tutto servito in una ciotola di plastica; un primo buonissimo, forse perché come dice il comandante: “In barca tutto è buono” (anche se avrei decisamente fatto a meno di assaggiare la pasta di sarde spalmata sul pane come anti mal di mare).

Il sole ci saluta ed è subito notte, che notte! Mai viste tutte quelle stelle, ho provato a contare le stelle cadenti ma non ci sono riuscita. Troppe!
Siamo vicino Finisterre quando sento un rumore provenire dall’acqua, da un lato e dall’altro di Courrier, i delfini! Il comandante mi accompagna allo strallo di prua, la sensazione è stato molto simile a quando da piccoli ci regalano inaspettatamente il gioco più desiderato, una felicità mista ad una forte emozione! Ne sono tantissimi, grandi e piccoli, giocano con la prua, sembra siano passati a darci un saluto e a farci sentire la loro presenza durante il nostro viaggio.
Arriviamo al porto di Cascais ed assisto ad una scena che porterò sempre dentro: un bambino di appena sei anni che gioca saltellando da una barca all’altra e la mamma che lo rimprovera; i loro vicini sono una coppia di anziani intenti a leggere su una bellissima barca a vela. Scene di vita quotidiana, perché loro lì ci vivono, su case che galleggiano e che sono in grado di donare ai propri residenti una serenità mai vista.
Un altro marinaio si aggiunge all’equipaggio e tra una cena e l’altra, rigorosamente a base di baccalà e sangria, dopo due giorni siamo pronti per ripartire. Mancano all’incirca trecento miglia.
Lasciamo il porto di Cascais, Courrier è troppo veloce e in breve raggiungiamo lo stretto di Gibilterra, vedo delle fortissime luci simili a fari, sempre più numerose che si avvicinano, sono le navi cargo, enormi, sembrano città intere che navigano tra un porto e l’altro.
Oltrepassate le Colonne d’Ercole, c’è pochissimo vento e siamo costretti ad andare a motore, noto subito la differenza con l’Oceano, ora sembra di essere in un enorme lago.
Non vorrei mai arrivare al Porto di Benalmádena, sto bene, l’equipaggio è perfetto e Courrier ormai è accogliente come la più calda delle case, con quella sua finestra che si affaccia sul miglior panorama che io abbia mai visto.
Oggi 20 Marzo 2011, sono a casa e mentre ascolto “Ain’t no sunshine” scrivo la mia storia di mare, tutta racchiusa in quest’ultimo anno, da quando l’idea di partire e navigare sembrava un sogno lontanissimo e a dir poco irrealizzabile ad ora, che racconto la più bella esperienza della mia vita e mai smetterò di ringraziare il Circolo Velico La Scuffia, Marco, Antonio, Sabrina, Davide, Pino e Courrier de L’Odet.